IL MSAC DI AVERSA: NO ALLA PROTESTA SENZA PROPOSTA!

In questo periodo di continue manifestazioni di dissenso sfociate in occupazioni di istituti scolastici della Diocesi, il Movimento Studenti di Azione Cattolica, mosso da principi di cura, partecipazione scolastica che parte dall’esperienza della quotidianità di ogni singolo studente, senso dello studio, responsabilità, valori propri della grande famiglia di AC, decide di mettere per iscritto ufficialmente le proprie considerazioni.

Le motivazioni delle proteste possono essere raggruppate in tre punti: Riforma del lavoro - Jobs Act, edilizia scolastica e il Patto educativo “La Buona Scuola”. Nello specifico, però, ci concentreremo sull’analisi di quest’ultimo punto, dopo un’attenta osservazione ed indagine.

La serie di occupazioni che si sono avute, e alcune ancora in atto, sono caratterizzate da una disinformazione di fondo; infatti questo riguarda nello specifico l’aver travisato la finalità del Patto educativo “La Buona Scuola” con ciò che in realtà non è: una riforma. Il termine, precisamente, indica un processo politico attraverso il quale si attua una modifica, o miglioramento, ad una determinata materia dello Stato. Dunque, attualmente, la “La Buona Scuola” non è definibile una riforma, bensì è semplicemente una proposta da parte del Governo agli studenti, docenti, dirigenti e chi, come loro, vive l’ambiente scolastico nel quotidiano.

Il Movimento Studenti, di conseguenza, sente il bisogno di pronunciarsi a sfavore delle occupazioni. Queste plateali manifestazioni di protesta mancano di proposte concrete, educando ad una forma, seppur lieve, di illegalità: occupazione abusiva di edificio pubblico ( art. 633 c.p.). Pur non essendo applicabile, in quanto non si tratta di un luogo estraneo agli studenti; interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p) ed, infine, turbativa violenta del possesso di cose immobili (art. 634 c.p.). Tutto ciò rappresenta un impedimento al regolare svolgimento delle lezioni, andando a creare una lesione ad un diritto fondamentale di ogni individuo: il diritto allo studio.

Presentiamo, in conclusione, dei metodi alternativi di “protesta”: innanzitutto, questa, non può essere presentata senza una proposta concreta vera e propria che spieghi le motivazioni dell’opposizione e ne contribuisca al miglioramento, raggiungendo quello che è il bene comune per tutti gli studenti; un’altra strada sono le manifestazioni a patto che siano organizzate e pacifiche accompagnate, sempre, da una proposta. E’ essenziale dare il proprio contributo e metterci la faccia; un metodo più istituzionale è rappresentato dalle famose domande protocollate; infine è fondamentale, prima di tutto, una campagna di informazione, poiché non tutti gli studenti sono a conoscenza delle ultime novità del Governo oppure partecipano attivamente alla vita scolastica.

Con questo comunicato il Movimento Studenti diocesano non giudica in nessun modo l’operato dei singoli studenti, ma propone un punto di vista alternativo finalizzato alla collaborazione con le diverse realtà presenti nel territorio. Nella speranza di un maggior coinvolgimento nelle problematiche degli istituti e degli studenti, esprimiamo tutta la nostra disponibilità nel crescere insieme, affidandoci a Cristo.

“Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà” - Papa Francesco