Saluto del nuovo assistente unitario

10 Ott , 2020

Sac. Sebastiano Sequino
sebastianosequino@libero.it
Assistente Unitario Spirituale Diocesano AVERSA

A TUTTA LA FAMIGLIA DELL’AZIONE CATTOLICA
della Diocesi di Aversa

29 Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e raggiungi quel carro».
30 Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?».
31 Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. (At 8, 29-31)

Carissimi amici dell’AC,
rivolgo a tutti e a ciascuno di voi il mio più profondo ed affettuoso saluto di fratello e padre, un saluto di pace ai vostri cuori e di consolazione nella fede.
Rendo grazie innanzitutto al buon Dio che, nel suo Figlio Gesù, non smette mai di stravolgere le nostre vite e, come per i primi discepoli, passa sulle rive delle nostre esistenze e ci chiama a lasciare tutto e a seguirLo per nuove strade. Il Signore è passato ancora nella mia vita, rinnovando il prodigio della chiamata che, attraverso il Vescovo, mi ha scelto per un nuovo ed inaspettato servizio ecclesiale.
Rendo grazie al Signore per il Vescovo Angelo per aver guardato a me, per avermi accordato ancora una volta la sua fiducia, per la benevolenza che mi manifesta nell’affidarmi questo nuovo ed inaspettato incarico di Assistente spirituale unitario dell’Azione Cattolica Diocesana. Mi piace definire questo servizio come un “dolce peso” perché, per quanto possa essere impegnativo e carico di responsabilità, è allo stesso tempo per me un servizio da svolgere con gioia e letizia spirituale, tale da rendere dolce e leggero ogni carico.
Rendo grazie al Signore per te, carissimo Michele, neo Presidente della nostra amata Azione Cattolica Diocesana, e in te a tutti coloro che nel tempo passato hanno ricoperto questo ruolo. A te un augurio speciale per questo servizio carico di responsabilità e di impegno, ma che certamente, con l’aiuto di Dio, saprai ben presiedere nella carità a servizio di tutta la comunità diocesana.
Rendo grazie al Signore per la Presidenza e il Consiglio diocesano: la vostra dedizione, il vostro entusiasmo e il desiderio di servire la Chiesa diocesana testimonia il volto bello della nostra AC e la giovinezza umana e spirituale della fede, manifestando il fascino di Cristo che chiama tutti ad una vita piena e bella.
Rendo grazie al Signore per il carissimo confratello don Vincenzo Marino che mi ha preceduto in questo servizio di Assistente unitario. La sua lunga presenza nei diversi settori e la sua incisiva azione pastorale, svolta con sapienza e zelo, hanno certamente segnato il cammino e la crescita dell’AC con una vera testimonianza di fede e di servizio generoso.
Rendo grazie al Signore per i miei confratelli Assistenti di settore: don Giosuè, don Fabio, don Vincenzo e don Rocco. Grazie per il lavoro che già avete egregiamente svolto in questi anni, e a voi rivolgo un appello: “Aiutatemi a svolgere bene il mio servizio, illuminatemi con la vostra esperienza, accompagnatemi con la vostra preghiera, sostenetemi con la vostra amicizia”. Sì, solo restando amici in Cristo, potremo dare il meglio di noi stessi, non solo all’Azione Cattolica, ma ad ogni fratello e sorella che chiede di essere accompagnato nel proprio cammino di crescita umana e cristiana.
Rendo grazie per tutti i confratelli Assistenti parrocchiali: la presenza del sacerdote che accompagna, sostiene e orienta il cammino associativo dei nostri fratelli laici è una garanzia di fedeltà al Vangelo di Cristo, alla Chiesa e al Magistero, ed è espressione di comunione presbiterale e laicale nell’unica fede.
Rendo grazie al Signore per tutti voi, presidenti parrocchiali, responsabili di settore, consiglieri ed educatori, per il servizio che rendete alle diverse comunità parrocchiali. Dio conosce la fatica, la pazienza, il sacrificio, le rinunce, le incomprensioni e le tensioni che affrontate quotidianamente… ma con quanta gioia vi ripaga nel vostro servizio che è annuncio del Vangelo e testimonianza di Carità!
Rendo grazie al Signore per ogni singolo socio di AC, dal più piccolo al più grande, dal più vecchio dei tesserati all’ultimo iscritto. Grazie perché la vostra presenza, il vostro “ SI’ ” gioioso e fedele che ogni anno rinnovate all’Associazione e alla Chiesa è espressione di quella Chiesa viva, Chiesa bella, Chiesa che esprime il volto della fraternità e dell’Amore.
Amici cari, vengo a voi in punta di piedi, come operaio inviato a lavorare in questa vigna all’ultima ora della giornata. Ammiro e contemplo tutto il lavoro già fatto, i chicchi di beni già seminati, i piccoli frutti già raccolti…forse potremmo farci prendere dalla sottile tentazione di dire che il grano già biondeggia ed è pronto per la mietitura, ma, in realtà, ancora tanto c’è da fare, poiché nella vigna del Signore non si smette mai di lavorare, non c’è tempo per oziare. L’avvento del Regno di Dio ci chiede di andare sempre oltre, di non fermarci, ma di “servire e dare la propria vita” (Mc 10, 45).

Come possiamo, seppur nella diversità di ruoli e di carismi, realizzare tutto questo? Qual è il mio, il tuo, il nostro compito? In che maniera le nostre presenze possono essere utili al cammino dell’Azione Cattolica? Ho chiesto al Signore di farmi comprendere lo specifico di questo servizio ecclesiale e, leggendo la Sacra Scrittura, mi sono imbattuto nel brano di Atti capitolo 8, in particolare nei versetti 29-31. In questo passo sono stato colpito da tre azioni che compie Filippo dopo che lo Spirito gli ha parlato e che mi sembrano dare una risposta ai miei interrogativi e possono aiutarci ad orientare il cammino da fare insieme.

“Va’ avanti, e raggiungi quel carro”. Noi tutti, illuminati dallo Spirito Santo, abbiamo il compito di metterci in cammino, anzi di correre più degli altri per raggiungere “il carro” della vita di ogni fratello. Il carro è un mezzo di trasporto su cui si può mettere di tutto, e può anche essere pesante da trascinare. La vita di tanti fratelli e sorelle è spesso un carro trascinato con fatica: noi ce ne accorgiamo? Riusciamo ad individuare situazioni e realtà appesantite o che si incamminano su strade non orientate verso il Regno di Dio? Gli assistenti e tutti coloro che hanno responsabilità formative ed educative, devono essere attenti e vigili per individuare e raggiungere quelle che Papa Francesco chiama le “periferie esistenziali”, per arrivare al cuore e alla vita di ogni fratello e sorella ed annunciare ad essi la Buona Notizia di Cristo Gesù.

“Udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?”. Come Filippo, nel racconto, non dovremmo avere paura di domandare, di chiedere. Spesso, per non sembrare invadenti o altro, corriamo il rischio di fermarci fuori dalla vita delle persone e, così facendo, rischiamo di restare in superficie, di creare semplicemente un legame epidermico che, seppur carico di attenzioni e di significato, in realtà non ci permette di entrare, con rispetto, delicatezza e umiltà, nella loro vita per offrire la nostra esperienza e testimonianza di fede. “Capisci quello che stai leggendo?” Capire è una delle dimensioni relazionali più difficili da realizzare: siamo mondi diversi e complessi e, spesso, sembriamo parlare linguaggi diversi, perché le sfide con cui siamo chiamati a confrontarci sono numerose e sempre nuove, e spesso ci sentiamo inadeguati in questa realtà. Il nostro compito non è cambiare le menti delle persone, ma semplicemente di aiutarle a “leggere” la loro realtà con intelligenza, a leggersi dentro, a comprendere la propria vita alla luce dell’unico linguaggio, ossia della Parola del Vangelo, filtrata dalla nostra testimonianza cristiana. Non abbiamo paura di entrare nella vita dei fratelli!

“E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui”. Ed ecco l’ultimo passaggio. Filippo è invitato a salire non semplicemente sul carro, ma “a sedere accanto a lui”. Che bello questo particolare! L’Etìope chiede lui ora a Filippo di entrare nella sua vita, di sedergli accanto, di diventare suo amico di viaggio verso il Battesimo (At 8, 38), fino al punto da iniziare una vita nuova, segnata dalla presenza dello Spirito Santo. Il nostro compito di assistenti, e di tutti i vari responsabili, tra i diversi doveri, potrebbe essere proprio questo: “sedere” accanto ai fratelli che il Signore porrà sul nostro cammino, “sedere” accanto per condividere, per sostenere, per annunciare che Gesù è il Signore della Vita, proprio come Gesù che si accostò ai suoi discepoli lungo la via per Emmaus e li interrogò, facendo ardere il loro cuore e aprendo loro gli occhi alla comprensione delle Scritture (cf Lc 24, 13-35).

Carissimi amici, è questo ciò che in queste ore sento nel mio cuore e che ho voluto condividere con voi. Questa mia riflessione possa essere per tutti noi motivo di rinnovato slancio ed entusiasmo e per me motivo di impegno da attuare con voi nel tempo che il Signore ci darà da vivere insieme.

Affido il mio nuovo servizio, i vostri incarichi già consolidati e ricchi di esperienza, i desideri e i propositi di tutti i membri di AC nel cuore della Vergine Santa, oggi venerata come la Regina del S. Rosario.

La Madonna, Regina dell’Azione Cattolica, sia per noi modello di obbedienza, generosità e di servizio a Cristo per l’edificazione del Suo Regno.

 

Vi abbraccio tutti e ciascuno.

Aversa, 07 ottobre 2020
Memoria della Beata Vergine del Rosario

don Sebastiano Sequino
Assistente Unitario di Ac