SULLA STESSA BARCA

1 Mag , 2021

Ho un popolo numeroso in questa città

SULLA STESSA BARCA

29.04.2021

Questa terza serata di assemblea si apre con la voce di Don Marco diana (assistente MSAC) che ci ricorda come la casa San Girolamo di Spello sia un polmone di Spiritualità e punto di partenza per riprendere il cammino con più coraggio.
Se ripenso al vissuto di quest’ultimo anno sotto forma di un’istantanea rivedo noi, “popolo numeroso in questa città”, insieme su una stessa barca … fragili e disorientati … ma tutti pronti a remare!
Nessuno si è fermato! Se ognuno di noi potesse raccontare il volto dell’AC in questo tempo “sospeso” capirebbe che di sospeso ci è stato ben poco: ognuno, con diverse modalità, ha cercato di avere cura di ognuno e di tutti attraverso l’ascolto delle domande profonde che ognuno si è posto, l’attenzione per la comunità e l’accompagnamento dei singoli. Tempo in cui ognuno ha valorizzato il confronto e l’approfondimento interiore. Attraverso l’intervento di Lucia Vantini e Alessandro Sortino abbiamo riscoperto come la solidarietà si è manifestata nell’INTERIORITA’, nella FRATERNITA’, nell’ECCLESIALITA’ e nella RESPONSABILITA’.

 
INTERIORITA’. Questo è stato il tempo del silenzio, della riflessione, della preghiera e della riscoperta dei valori interiori. Questa esperienza ha fatto emergere una grande sete di Dio! Chi ha vissuto esperienze di fragilità e vulnerabilità ha su di sè una ferita aperta … lacerata dal proprio vissuto e dalla mancanza o, meglio, dalla limitazione di relazioni umane. Tutto ciò ha incrementato la nostra sete di Dio, il desiderio di un incontro intimo che portasse conforto in questo tempo incerto. Il dialogo con Dio nei momenti di silenzio e di calma ha prodotto l’effetto del conforto di un abbraccio … e ciò ha arricchito in molti la relazione interiore con Dio. È proprio vero che Dio ci parla nel silenzio (G. Alberione) e che anche Lui ha sete di noi in quanto figli amati. La sete di Dio è vissuta d noi in maniera individuale e la gioia interiore dell’incontro è visibile anche esteriormente nei nostri atteggiamenti. Talvolta questa sete può essere frutto del bisogno del momento. Riflettiamo … A quale sete di Dio stiamo facendo riferimento? La nostra è una sete momentanea … dettata dalla situazione estrema? O è una sete che ricerca acqua che disseta in eterno? Come sentiamo la nostra sete? Che forma ha? Siamo sulla stessa barca per dissetarci?
FRATERNITA’. In questo tempo ci è stato chiesto di vivere la fraternità in “DAD”. È difficile vivere la fraternità quando la distanza è obbligo. La fraternità, vissuta attraverso i social, ha permesso di mantenere i contatti e la vicinanza. Siamo tutti nella stessa barca! Tutti abbiamo bisogno di relazioni e di assistenza … non è la classificazione sociale che ci differenzia.
ECCLESIALITA’. L’ecclesialità si è espressa nel legame incarnato con coloro che hanno vissuto la crisi del “noi”. La “Chiesa del noi” è la Chiesa che cammina per le strade e risana coloro che necessitano di guarigione: i nostri legami, spesso, sono malati! Nonostante le difficoltà la Chiesa non ha vissuto il tempo della prova, ma il tempo della scelta. Una Chiesa in ascolto è capace di cambiare e di risanare i rapporti con coloro che vivono la difficoltà della lontananza e dello scoraggiamento.
RESPONSABILITA’. La responsabilità non è caricarsi dei pesi, ma insieme farsi carico del nostro futuro. La responsabilità non si vive da soli, ma in comunità per creare una rete di relazioni capace di donare speranza.
L’incontro è stato arricchito da video testimonianze provenienti da diverse realtà associative diocesane dove attraverso i racconti del loro vissuto si è aperto il confronto e la condivisione.
“Siamo sulla stessa barca” perché ci siamo interconnessi nel dare la giusta importanza alle differenze. Siamo invitati a non girare le spalle di fronte alle difficoltà, a non chiudere gli occhi di fronte alla croce … ma ad aprirli fissando il nostro sguardo verso la luce della resurrezione. Su questa barca c’è un popolo numeroso che rema con vigore per raggiungere la meta in questo tempo di prova e di precarietà.

 

Salvatore Monfrecola, vice presidente sett. Adulti diocesano
e l’equipe Adulti