“Non è più tempo di stracciarsi solo le vesti”

30 Set , 2021

La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, perché sappiamo che le cose possono cambiare.”                                                
(Laudato sì 13)

Questo è l’appello che Papa Francesco mette per iscritto nella Lettera enciclica sulla cura della casa comune nel 2015, un appello quanto mai vivo, che non manca di speranza. Un appello che, a distanza di anni, pare sia rimasto senza risposta, soprattutto nei nostri territori.

È davvero difficile analizzare qualcosa che si vive in prima persona, per questo motivo partiamo dall’inquadrare il contesto in cui viviamo.

La Diocesi di Aversa geograficamente si trova quasi al centro della “Terra dei fuochi” comprendendo gran parte dell’area nord di Napoli e dell’area sud della provincia di Caserta, abbracciando una popolazione di circa 600.000 abitanti.

Ma cos’è la Terra dei fuochi? L’espressione apparve per la prima volta nel 2003, usata nel Rapporto Ecomafie dello stesso anno, a cura di Legambiente. La cosiddetta “Terra dei fuochi” comprende un’area molto vasta. In particolare, riguarda i comuni di Scampia, Ponticelli, Giugliano, Qualiano, Villaricca, Mugnano, Melito, Arzano, Casandrino, Casoria, Caivano, Grumo Nevano, Acerra, Nola, Marigliano, Pomigliano; dal lato di Caserta ci sono i comuni di Parete, Casapesenna, Villa Literno, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe, Aversa, Lusciano, Marcianise, Teverola, Trentola, Frignano, Casaluce.
Nel tempo il fenomeno si è esteso a tutta la Campania, giungendo anche nella provincia di Salerno. Queste zone sono caratterizzate dalla frequente presenza di falò appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici sversati illegalmente, con conseguente dispersione nell’aria di sostanze altamente nocive e inquinanti. La maggior parte dei rifiuti che vengono smaltiti in maniera abusiva rientrano tra i cosiddetti rifiuti speciali, definiti così nell’articolo 7 del D.L. 22/1997. Si tratta di rifiuti che derivano da attività agro-industriali, da attività di costruzione, demolizione, lavorazione industriale e artigianale, che derivano da combustibili, macchinari e veicoli a motore. Non è difficile intuire come questi siano, in assoluto, i rifiuti più pericolosi e inquinanti, specialmente se lo smaltimento non avviene in maniera regolamentata e controllata. Il business della “monnezza” è uno dei più redditizi al mondo, a tal punto da essere definito l’oro nero.

Chi c’è dietro tutto questo? Industrie produttrici di rifiuti rinomate, società di spedizioni, laboratori chimici, impianti di trattamento, discariche, forze dell’ordine e politici (dal piccolo sindaco di provincia al grosso parlamentare) che chiudevano sempre un occhio quando solventi, amianto, pneumatici, oli motore, batterie, componenti elettriche e vernici venivano scaricate selvaggiamente in canali d’acqua o in campi agricoli. A supervisionare i processi e fare da collante di tutto era, ed è, ovviamente la mano nera della Camorra dagli anni 80’ ad oggi. Dalle affermazioni del collaboratore di giustizia Nunzio Perrella nacque l’inchiesta Adelphi, grazie alla quale emersero molti importanti dettagli rispetto allo scambio di tangenti e al controllo del territorio esercitato dalla Camorra.

Sono passati più di 20 anni da quella inchiesta, nel frattempo ci sono stati centinaia di processi, migliaia di indagati, perquisizioni e sequestri. Fa male nel 2021 trovarsi ancora qui a parlare del problema dei rifiuti in Campania, come se nulla fosse cambiato.
Solo lo scorso anno, nel 2020 la procura di Napoli nord e l’Istituto Superiore di Sanità hanno confermato il legame tra rifiuti e malattie oncologiche. Possiamo “finalmente” affermare che gravissime patologie, come i tumori, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite, nella “Terra dei Fuochi”, sono legate allo smaltimento illegale dei rifiuti.

Ma cosa possiamo fare noi? Sfiduciarsi dopo vent’anni di promesse mancate è facile. Sfiduciarsi ogni giorno annusando puzza di rifiuti bruciati o miasmi tossici è facile. Sfiduciarsi pensando che l’unica soluzione sia scappare da questa terra è facile.

Ciò che accade ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale. Come cristiani dovremmo essere non solo pronti ad affrontarla, ma anche promotori di tale rivoluzione che parte sensibilizzando le coscienze. Perché non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, ma una sola e complessa crisi socio-ambientale. 

Un libro iconico rispetto a tale tema è “Io, morto per dovere- La vera storia di Roberto Mancini”. Roberto era un poliziotto, il primo che scoprì il disastro ambientale nelle nostre terre, il primo a scoprire nomi e trame del sistema criminale dietro lo smaltimento illegale di rifiuti. Aveva scoperto qualcosa che non si poteva dire, qualcosa che dava noia a troppe persone, per questo è stato lasciato solo. Diceva la verità, per questo è morto. È morto di cancro nel 2014 e si ammalò proprio portando avanti le indagini sulla Terra dei Fuochi. 

La sua storia ci ricorda che noi siamo L’Azione Cattolica, siamo laici chiamati a vivere attivamente nel mondo per poter cambiare le cose. Non siamo soli, c’è sempre il Vangelo che ci accompagna e se vogliamo trasformarlo in azione concreta siamo chiamati a garantire i diritti di tutti i cittadini, compreso quello fondamentale della salute. Siamo chiamati nel nostro piccolo a migliorare il mondo che ci circonda, ad iniziare percorsi di sensibilizzazione alla tematica, farci promotori di confronti con le istituzioni per trovare soluzioni.

È tempo di assumersi la responsabilità che abbiamo verso gli altri e verso il creato.

L’Azione Cattolica di Aversa è consapevole di tutto ciò ed è in prima linea per apportare concretamente un aiuto a tutta la cittadinanza della diocesi. Perché non è più solo tempo di stracciarci le vesti…ma di sporcarci le mani.



Per approfondire:

https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2015/07/24/news/cosi_gomorra_invento_l_ecomafia-118564532/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/16/terra-dei-fuochi-a-20-anni-dallinchiesta-adelphi-in-piazza-contro-il-biocidio-e-le-balle/779797/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/16/napoli-cosi-lazienda-regionale-cerca-trafficanti-di-rifiuti-ci-dobbiamo-saziare-tutti-e-ci-lasciamo-un-po-dappetito/4164883/

https://www.ilpost.it/2013/11/05/terra-dei-fuochi/

https://www.sololibri.net/terra-dei-fuochi-cos-e-perche-si-chiama-cosi.html

https://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/rifiuti-11/rifiuti-11/rifiuti-11.html

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/30/pli-camorra-patto-della-spazzatura.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/20/la-cassazione-conferma-la-condanna-a-18-anni-per-cipriano-chianese-lideatore-delle-ecomafie-per-conto-del-clan-dei-casalesi/6072358/

https://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/13_dicembre_26/scorie-cromo-sotto-l-autostrada-a4-lavori-tav-pietro-gorlani-0935c424-6e0d-11e3-979f-e91d59e9ab1b.shtml

www.cgilcampania.it/2019/09/16/bernabei-continua-scempio-ambientale-a-caserta-e-napoli-serve-nuova-gestione-rifiuti-in-campania/

https://it.wikipedia.org/wiki/Terra_dei_fuochi

“Io, morto per dovere- La vera storia di Roberto Mancini” – Luca Ferrari, Monika Dobrowolska Mancini e Nello Trocchia

Laudato si’, Lettera enciclica sulla cura della casa comune – Papa Francesco