HO UN POPOLO NUMEROSO IN QUESTA CITTÀ Introduzione

29 Apr , 2021

Sintesi dei momenti introduttivi alla XVII assemblea nazionale

HO UN POPOLO NUMEROSO IN QUESTA CITTÀ

Momento di lavoro 25 aprile

La scorsa domenica abbiamo vissuto online l’apertura della XVII Assemblea nazionale “Ho un popolo numeroso in questa città”. Sicuramente un’assemblea particolare, inedita, che nessuno avrebbe immaginato. Probabilmente un’assemblea più faticosa rispetto a quelle passate, ma non per questo meno emozionante. Non ci sono stati abbracci, sguardi desiderosi di condividere insieme la fine di un percorso e strette di mano, ma di certo non è mancata la voglia di vivere questo importante momento, per più di 800 delegati, collegati dalle diocesi di tutta Italia a rappresentanza degli oltre 270.000 soci di AC.
L’Assemblea è iniziata con il saluto del presidente nazionale Matteo Truffelli e la costituzione degli uffici assembleari. Tanti sono stati i saluti e gli auguri che ci hanno raggiunto, a partire dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Santo Padre Francesco, il card Gualtiero Bassetti e tanti altri che si sono fatti prossimi a tutti noi in questo momento importante per l’associazione. In seguito, sono stati costituiti i gruppi di lavoro per il documento assembleare, momento di confronto e di riflessione comune, punti di vista preziosi che insieme formavano un comune pensiero, quello di far ripartire l’AC, di rigenerarci, affinché la gioia del Vangelo sia davvero incarnata nel nostro quotidiano. Capire in che modo, concretamente, è possibile rinnovarci personalmente e associativamente, perché le difficoltà che tutti stiamo vivendo possono essere affrontate solo e necessariamente insieme.

UN POPOLO CHE SOLLEVA LO SGUARDO

Momento di preghiera 27 aprile

La veglia di preghiera in occasione della XVII assemblea nazionale è stata una carezza per tutta l’associazione. Le parole dell’Assistente Generale Mons. Gualtiero Sigismondi ci hanno accompagnato a riflettere sul ruolo del profeta e a chiedere al Signore lo spirito di profezia.
“Il profeta è l’uomo della concretezza, ha la pazienza del contadino e la perseveranza della sentinella in attesa e del mandorlo che fiorisce nel paesaggio invernale. Non cerca di piacere agli uomini, ma a Dio. Parla al momento opportuno e anche al momento non opportuno. Non rinuncia a farlo a viso aperto, alzando il tono e non la voce. Ha uno sguardo penetrante di un cuore in attesa.”
Parole e passaggi stimolanti, che inducono a diversi interrogativi personali. 
È sembrato quasi di essere lì, nella cappella della Domus Mariae, uno accanto all’altro, da ogni diocesi d’Italia. Anche se lontani, i nostri cuori si sono connessi e la luce delle nostre candele e lanterne hanno illuminato le città in cui la nostra associazione vive e lavora ogni giorno. E come ci faceva intonare il canto finale “ora lascia o Signore che io vada in pace, perché ho visto le tue meraviglie…” come nei secoli Dio ha salvato il mondo, anche ora ci aiuterà ad alimentare sempre più la nostra Passione Cattolica per ripartire più forti che mai.

 

Mariagrazia Manna e Michele D’Angelo,
Vicepresidente giovani e Segretario MSAC diocesani